Ormai da mesi sentiamo parlare di “emergenza lavoro” per quanto riguarda il personale specializzato. Cosa significa? Secondo i dati statistici, più del 50% circa delle imprese punta ad effettuare nuove assunzioni. Un dato fondamentale e importante da considerare visto l’autunno nero che pare prospettarsi di fronte alle PMI italiane. Eppure, la maggior parte delle imprese (oltre l’81%, secondo alcuni dati) non trovano personale o faticano a concludere la ricerca..
Emergenza lavoro: da cosa dipende la carenza di personale specializzato?
Perché tutta questa difficoltà? I fattori sono molteplici. Sicuramente pesa il calo demografico e l’introduzione del reddito di cittadinanza, spesso indicato dalle imprese come fattore di “allontanamento dal lavoro”, ma le motivazioni sono più ampie.
Il periodo covid ha portato molte persone a ridefinire la loro work life balance: la vita privata e famigliare ora hanno un peso maggiore e questo porta le aziende a ridefinire le modalità di approccio e di offerta al lavoratore. Nel concreto, significa considerare le aspirazioni e gli interessi del lavoratore, capire veramente cosa si aspetta e, ahimè, comprendere cosa è veramente disposto a fare, giusto o sbagliato che sia. Il lavoratore si aspetta una crescita personale, una realizzazione dei suoi obiettivi, spesso attuando forme di lavoro ibrido che permettano un migliore equilibrio tra vita privata e vita professionale. Sta nascendo, insomma, un’esigenza lavorativa diversa.
Cosa c’è di giusto in tutto questo? Sicuramente il rispetto delle reciproche esigenze è importante, altrettanto il lavorare su obiettivi comuni e trovare accordi che soddisfino sia azienda che lavoratore. Questo però non deve assolutamente trasformarsi in un accontentarsi. Persone valide, desiderose veramente di far bene esistono. In alcuni mercati, in particolare quello informatico, può essere più complesso ma c’è sempre la possibilità di trovare il giusto accordo e costruire un team coeso e produttivo.
Altra punto importante: mancanza di competenze. Molte aziende, soprattutto in determinati settori, riscontrano una mancanza di conoscenza, capacità ed esperienza nei candidati. I settori più a rischio sono quelli dell’edilizia, metalmeccanico, chimico, informatico ma anche il mondo dell’estetica o della ristorazione.
Ulteriore dato da considerare: spesso non solo non si trovano persone competenti ma non si ottengono neanche risposte agli annunci di lavoro. In questo, è opportuno considerare anche possibili errori di comunicazione e/o diffusione dell’annuncio da parte nostra. Una job description poco chiara, ad esempio, disincentiva chi legge dal mandare il curriculum. Altro errore è pubblicare l’annuncio solo su pochi siti: va pubblicato spesso e ovunque sia possibile, ricercando tutte le possibilità di comunicare le nostre intenzioni.
La nostra esperienza come recruiter
Parliamoci chiaro: trovare determinate figure non è semplice e, ancor meno, lo è individuare il candidato giusto da inserire in azienda. Le competenze non bastano, questo vogliamo sottolinearlo: è necessario approfondire la figura del candidato, la sua storia, il suo modo di porsi, a sua concreta capacità di affrontare e risolvere situazioni inerenti il lavoro. Un candidato con tante skills non automaticamente sarà adatto alla compagine aziendale nella quale si deve inserire: magari non è in grado di comunicare col team o nutre ostilità nascoste. Sono “dettagli” cui un recruiter deve sempre prestare molta attenzione. Per questo noi abbiamo codificato un metodo di selezione che ci permette di trovare candidati in poco tempo, tramite una diffusione capillare degli annunci e non solo, e soprattutto di selezionarli in modo tale che siano i migliori candidati tra cui l’azienda cliente può scegliere.
Se il mondo del lavoro è cambiato e il mismatch tra domanda e offerta diventa sempre più alto in percentuale, trovare candidati validi non è impossibile: serve “solo” saperlo fare. Scopri di più sul nostro sito dedicato alla ricerca del personale.