Quante volte sentiamo parlare di pianificazione strategica? Spesso si riduce il tutto a una questione di numeri e conti ma una pianificazione strategica non si fonda solo su questo, anche se, ovviamente, questi dati rappresentano una parte fondamentale.
Executive e pianificazione strategica: un binomio indissolubile
Che tu sia un imprenditore, un executive o un manager, una delle competenze che devi avere è quella di elaborare piani a medio e lungo termine. Le caratteristiche di un executive e i suoi strumenti, infatti, servono a creare costantemente una scena migliore di quella esistente, ogni giorno e in ogni momento. Questo cosa significa? Che un buon manager non si accontenta di un risultato abbastanza buono o di un andamento discreto sul breve termine ma che pianifica, appunto, un trend di crescita costante e non si ferma a giustificazioni.
Quante volte, nella vostra esperienza lavorativa, avete sentito frasi come “considerando il -30% del nostri concorrenti, il nostro -20% è un successo”? Sono giustificazioni: un trend in calo non è mai un successo, è un fallimento che indica solo una cosa: l’assenza di executive abbastanza lungimiranti da capire cosa stava accadendo sul mercato e incapaci di trovare, conseguentemente, soluzioni vincenti.
Ricordatevelo sempre: un executive o un manager che guardano a un calo statistico come un qualcosa da giustificare, non può fare l’executive. Dobbiamo dirlo in modo molto chiaro e senza paura. Negare questa evidenza, rischia di portare a un tracollo di alcune aree aziendali o dell’intera azienda.
Puntare sempre al miglioramento
Come abbiamo scritto, un buon executive/manager guarda alla scena esistente con attenzione e immagina sempre di migliorarla, di creare nuova espansione e futuro per la sua area (o per l’intera azienda, se si tratta del CEO). Immaginare, pianificare e mettere in pratica ciò che andrebbe fatto per rendere ancora più efficiente ciò che si sta gestendo è l’unica ricetta per crescere davvero. E, attenzione, non basta “perderci” qualche minuto al giorno: bisogna dedicare il giusto tempo a questi aspetti poiché si tratta di un vero e proprio lavoro. Se non gli dedichiamo l’adeguata quantità di tempo richiesta, non otterremo mai risultati.
Piano strategico: uno strumento da usare
In conclusione, il piano strategico è un strumento e come tale va usato. Nella sua forma più semplice, ha un obiettivo da raggiungere e descrive l’idea principale per il raggiungimento dell’obiettivo stesso. Descrive, insomma, le linee guida per raggiungere questo obiettivo. Fondamentale, inoltre, è non solo crearlo ma anche condividerlo con i propri junior diretti.
Perché? Perché fornisce una direzione alle attività di tutti i livelli inferiori e rappresenta il piano generale con il quale tutto il resto del gruppo deve essere coordinato. Come scrive anche L. Ron Hubbard:
Ciò che la pianificazione strategica esegue è fornire una direzione alle attività di tutti i livelli inferiori. Tutti i piani tattici, i programmi e i progetti che devono essere realizzati ai livelli inferiori, allo scopo di pervenire all’obiettivo, scaturiscono dal piano strategico stabilito al vertice. Esso è il piano generale col quale tutti i gli altri devono essere coordinati.
L. Ron Hubbard – Articolo del 5 gennaio 1983, “La pianificazione strategica”
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