Negli ultimi mesi, complice anche il cambiamento intervenuto durante e post pandemia, si parla molto di quelli che sono i fattori che rendono un ambiente di lavoro tossico e, soprattutto, di quello che le aziende possono adottare per promuovere una sana e propositiva cultura del lavoro.
Quali sono i comportamenti che rendono l’ambiente di lavoro tossico?
Abbiamo di recente letto un interessante articolo di Vanity Fair su quelli che sono i fattori che intossicano un ambiente di lavoro e che, conseguentemente, portano il lavoratore a guardarsi intorno, per cercare posizioni e/o aziende migliori. La flessibilità, infatti, sembra essere una delle caratteristiche che contraddistingue gli occupati Millenials e della Generazione Z. Quali sono però, secondo Vanity Fair e altre testate, le motivazioni di tutto questo? Facciamo un breve elenco:
- Sensazione di rimanere imprigionati in un ruolo, senza possibilità di crescita lavorativa, professionale e mentale.
- Assenza di premi come aumenti, bonus e benefit.
- Repressione dell’intelligenza emotiva e incapacità di costruire rapporti costruttivi di team.
- Competizione sfrenata tra colleghi.
- Poca meritocrazia.
- Assenza di fiducia che si riflette in un controllo esasperato di ogni attività del lavoratore.
- Mancanza di un senso di gruppo e di team.
- Mancanza di corresponsabilità dei collaboratori nella crescita aziendale.
- Assenza di una missione comune.
- Assenza di un vero leader.
Essere leader: ecco la chiave per migliorare l’ambiente di lavoro
L’elenco precedentemente fatto è vero ma confonde cause e conseguenze ed è proprio l’ultimo punto la chiave di volta: l’assenza (o la presenza) di un leader.
Cosa significa? Ricordiamolo: il compito di un executive è ottenere l’esecuzione di compiti, programmi e azioni all’interno di un’organizzazione, al fine di promuovere piani e scopi di quell’organizzazione. Questo vuol dire che un imprenditore e/o un manager dovranno gestire le persone che fanno parte della loro azienda e ottenere che svolgano i loro compiti in quantità sufficiente e senza errori. Il che significa anche:
- Formare e motivare il lavoratore, condividendo, spiegando e facendolo sentire partecipe della meta (o delle mete) aziendali.
- Creare un buon team, fatto di persone che realmente vivono l’azienda, la sentono come loro e vi partecipano in toto.
- Rendere ottimale l’organizzazione aziendale tramite strumenti come l’organigramma.
I collaboratori hanno bisogno di supervisione, coordinamento, di spinta, ispirazione, aiuto e correzione. Non sono macchine che, una volta avviate, vanno da sole e, in ogni caso, una macchina lasciata andare senza supervisione prima o poi si schianterà contro un muro!
In definitiva: non andiamo a ricercare assurde motivazioni a un ambiente di lavoro tossico. Il problema, in questi casi, anche se spesso dà fastidio sentirlo dire, è che come executive c’è qualcuno che non sa fare il suo ruolo.
Abbiamo approfondito questo argomento anche nel nostro libro “Il Metodo – La conoscenza per essere al comando della tua azienda”, disponibile sul nostro sito e consigliato proprio perché individua i veri perché che ci impediscono di massimizzare la produzione aziendale.